venerdì 21 febbraio 2014

VIOLENZA CONTRO LE DONNE

La violenza contro le donne nella coppia include l'abuso fisico, l'abuso sessuale, l'abuso emotivo e convivono, spesso, nella stessa relazione.
Anche se la violenza fisica e sessuale sono le più ovvie, l'abuso emozionale è la più frequente e il suo impatto sulla salute psicofisica della donna può essere ancora più grande che negli altri casi.
Gli abusi in casa sono circondati da miti e stereotipi che ostacolano la percezione della realtà alle vittime.
Se vi trovate in questa situazione, o conoscete qualcuno che ci si trova, cercate il sostegno delle istituzioni e di una persona di fiducia.

VIOLENZA FISICA
- si tratta di un attacco intenzionale che può danneggiare l'integrità fisica della vittima.
- la vittima viene sottomessa con la forza fisica, spinta, presa a calci e/o pugni, colpita anche da oggetti o armi.
- può essere giornaliera o ciclica.
- l'abuso fisico è rilevato spesso dalla presenza di lividi, ferite, ustioni, contusioni ecc ecc

VIOLENZA SESSUALE
- gli attacchi fisici di un compagno spesso includono anche lo stupro.
- l'aggressore costringe la donna ad avere rapporti sessuali con la forza, l'intimidazione, il ricatto, la minaccia o qualsiasi altro meccanismo che annulla o limita la sua volontà personale.
- questo tipo di abuso è difficile da dimostrare se non è accompagnato da lesioni fisiche.
- questa forma di violenza ha un impatto profondo sulle donne, perché invade la loro privacy.

VIOLENZA PSICOLOGICA O EMOTIVA
- la violenza psicologica comprende ripetuti abusi verbali, le molestie, privazione delle risorse fisiche, finanziarie e personali.
- l'aggressore cerca di controllare le azioni, i comportamenti, le credenze e le decisioni della donna attraverso l'intimidazione, la manipolazione e le minacce.
- utilizza anche l'umiliazione, l'isolamento o qualsiasi altra condotta che potrebbe pregiudicare la salute psicologica, l'autodeterminazione e lo sviluppo personale della donna.
- la violenza emotiva mira a distruggere i sentimenti e l'autostima delle donne, facendogli dubitare della propria realtà e di limitare le loro risorse per sopravvivere.

ALCUNI MITI CHE SMINUISCONO LA GRAVITÀ DELLA VIOLENZA DOMESTICA
Mito: è successo solo una volta, non accadrà più.
Realtà: la violenza domestica non è un caso isolato.

Mito: la violenza contro le donne riguarda solo le fasce sociali svantaggiate e le famiglie problematiche.
Realtà: la violenza contro le donne avviene in ogni paese, attraversando tutte le culture, classi e paesi di origine, senza differenze dipendenti dal grado di istruzione, di reddito e di età.

Mito: l'aggressore è affetto da problemi psichici.
Realtà: non vi è alcun rapporto di causa-effetto tra la malattia mentale e la violenza domestica. La violenza è motivata da un desiderio di controllare e mantenere il potere sulle donne.

Mito: la violenza domestica è un problema poco diffuso.
Realtà: quasi un terzo di tutte le donne la sperimenta direttamente a un certo punto della propria vita.

Mito: gli uomini violenti sono stati vittime di violenza nell'infanzia.
Realtà: può essere vero in alcuni casi, ma non giustifica comunque la violenza. La maggior parte dei maltrattatori non rientra in questa fattispecie.

Mito: la violenza verso le donne è causata dall'assunzione di alcool e droghe.
Realtà: alcool e droghe non sono cause dirette della violenza ma catalizzatori in quanto abbassano i freni inibitori della persona violenta.

Mito: per i figli è più importante che la famiglia rimanga unita.
Realtà: nessun psicologo confermerebbe mai quest'affermazione: per i figli è sicuramente meglio stare con un solo genitore equilibrato che vivere con entrambi in un clima di violenza.

Mito: anche le donne sono violente.
Realtà: può darsi, ma la loro percentuale è in proporzione assai bassa (2%) e comunque una significativa percentuale di aggressione e di omicidi compiuti dalle donne nei confronti del partner, si verifica a scopo di autodifesa e in risposta a gravi situazioni di minaccia per la propria sopravvivenza.

Mito: le donne provocano la violenza.
Realtà: la presunta “provocazione” consiste nel fatto che la donna non si sia stata “remissiva”, ovvero non abbia servito gli interessi del partner. Gli autori di violenza danno per scontato che i tipici ruoli e comportamenti scaturenti dalla cultura patriarcale siano giusti.

Mito: le donne si cercano uomini che le maltrattino - oppure - le donne si inventano dei maltrattamenti per ottenere qualche vantaggio in caso di divorzio.
Realtà: attraverso questi beceri pregiudizi si minimizza e si legittima CONSAPEVOLMENTE la violenza; essi costituiscono perciò un ulteriore aggressione alle donne.

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