martedì 18 febbraio 2014

IL DIO CHE UCCIDE I BAMBINI

"La libertà religiosa deve fermarsi laddove cominci la sicurezza di un bambino"
Più di 200 decessi dal 1997 ad oggi.
Le vittime? dei giovani.
L'omicida? il fanatismo religioso.
Se per chi ha fede è vero che dio è vita, da una quindicina d'anni a questa parte si sta verificando anche il tragico contrario. 
L’ultimo caso è quello dello scorso aprile, quando negli USA, si è registrata l’ennesima vittima. Brandon Schaible, 8 mesi, è morto per omissione di cure mediche: i suoi genitori, seguaci della "Chiesa del Vangelo del Primo Secolo", non hanno voluto disobbedire ai principi della propria fede; la religione in questione, infatti, prevede come unico ausilio agli ammalati la preghiera collettiva. Brandon è il secondo bambino della fanatica coppia a morire per assenza di cure mediche: nel 2011 Herbert e Catherine persero Kent, di due anni, ucciso da una polmonite che sarebbe stata facilmente debellata con i giusti antibiotici.
Caso non isolati purtroppo, poiché sarebbero più di 200, dal ‘97, le morti di minori statunitensi causate dall'intransigenza religiosa dei genitori. A denunciare il fenomeno è la "Child HealthCare is a Legal Right", associazione che da anni tenta di contenere il fenomeno, dichiarando che circa il 90% dei decessi poteva essere evitato.

In Italia queste religioni sono meno ramificate, ma esistono le “filiali” della "Chiesa scientista di Boston" a Milano e a Firenze, alle quali si aggiungono la "Società della Christian Science" di Torino e due gruppi informali di studio a Roma e a Perugia. Religioni poco conosciute, ma non siamo siamo nuovi a casi di rifiuto delle terapie mediche.
I Testimoni di Geova, ad esempio, si oppongono in maniera risoluta alle trasfusioni di sangue, convinti di rischiare la disapprovazione di dio...o meglio degli uomini che dicono di rappresentarlo.

Nella foto Neil Beagley, 16 anni, morto per omissione di cure mediche: i suoi genitori, seguaci della dottrina cristiano-scientista, non hanno voluto disobbedire ai principi della propria fede e l'hanno "curato" a suon di preghiere.

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